Mentre l’inflazione si attenua e la crescita rimane solida, i dati suggeriscono che il mercato del lavoro si sta adeguando alle sfide post-pandemiche.
Il modello economico di Beveridge, che prende il nome dall’economista britannico William Beveridge, è una semplice curva che mostra il livello di posti di lavoro vacanti in un’economia rispetto al livello di disoccupazione.
In teoria, i due dovrebbero muoversi in modo inverso: quando c’è molta domanda di lavoro, la disoccupazione dovrebbe essere bassa e viceversa.
William Henry Beveridge, primo barone Beveridge, KCB (5 marzo 1879 – 16 marzo 1963) è stato un economista e sociologo britannico.
È celebre per aver redatto nel 1942 un rapporto sulla “sicurezza sociale e i servizi connessi” (Report of the Inter-Departmental Committee on Social Insurance and Allied Services), meglio conosciuto come “Rapporto Beveridge”, che è servito da base per la riforma dello stato sociale britannico messa in atto dal governo laburista eletto nelle elezioni generali del 1945.
Tuttavia, negli ultimi 18 mesi, la curva di Beveridge ha mostrato un comportamento anomalo, con un alto numero di posti vacanti e una disoccupazione relativamente elevata. Questo ha scatenato un acceso dibattito tra due gruppi di economisti di spicco, che hanno interpretato il fenomeno in modi diversi e hanno tratto implicazioni diverse per la politica monetaria e fiscale.
Da una parte, c’era il cosiddetto “Team Transitorio”, composto da Larry Summers, ex segretario al Tesoro americano, Olivier Blanchard, ex capo economista del Fondo monetario internazionale, e Alex Domash, professore di Harvard.
In un articolo pubblicato nel luglio 2022, hanno sostenuto che la curva di Beveridge indicava che l’economia americana era surriscaldata e che l’inflazione era fuori controllo. Secondo loro, la disoccupazione doveva aumentare significativamente per raffreddare i prezzi e riportare l’economia su un sentiero sostenibile.
Dall’altra parte, c’era il “Team Waller”, guidato da Christopher Waller, membro del consiglio della Federal Reserve, e Andrew Figura, membro dello staff della Fed.
In una risposta pubblicata sul sito web della banca centrale, hanno contestato l’analisi del Team Transitorio e hanno sostenuto che la curva di Beveridge rifletteva le sfide temporanee del mercato del lavoro nell’adattarsi alla ripresa post-pandemica.
Secondo loro, la disoccupazione poteva rimanere bassa senza causare un’impennata dell’inflazione, a condizione che le opportunità di lavoro diminuissero gradualmente.
Dopo 18 mesi di confronto, i dati sembrano dare ragione al Team Waller.
Il numero di posti vacanti è diminuito di quasi il 27% rispetto al picco pandemico di oltre 12 milioni all’inizio del 2022, senza un parallelo calo dell’occupazione.
Nel frattempo, l’inflazione misurata dall’indice dei prezzi al consumo è rallentata al 3,4%, da un picco del 9,1% nel giugno 2022. Questo suggerisce che il mercato del lavoro si sta adeguando alle nuove condizioni e che le pressioni sui prezzi si stanno attenuando con lo svanire degli effetti della pandemia sulle catene di approvvigionamento e sulla domanda.
Questo cambiamento si riflette anche nelle previsioni delle banche di Wall Street, la maggior parte delle quali hanno ritirato le loro previsioni di recessione di fronte a dati costantemente solidi.
Le famiglie e le imprese americane continuano a cavarsela meglio del previsto nonostante i tassi di interesse più alti degli ultimi due decenni. Il prodotto interno lordo reale è cresciuto ad un tasso annuo del 3,3% nel quarto trimestre, in rallentamento rispetto al trimestre precedente ma ben al di sopra delle aspettative.
L’indice sulla fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan è salito di 9,1 punti a gennaio, il più grande aumento mensile dal 2005.
Grandi datori di lavoro come Amazon.com, Google e Macy’s hanno annunciato tagli di posti di lavoro, eppure i proprietari di piccole imprese elencano la carenza di lavoratori come una delle loro preoccupazioni principali in un indice compilato dalla Federazione Nazionale delle Imprese Indipendenti.
Anche se le preoccupazioni per la recessione si stanno attenuando, gli economisti stanno ancora cercando di capire gli ultimi anni. Coloro che sostenevano che le pressioni sui prezzi si sarebbero attenuate con lo svanire delle interruzioni dell’era della pandemia nelle catene di approvvigionamento e nel mercato del lavoro sono stati etichettati con disprezzo come “Team Transitorio” da colleghi che sostenevano che l’inflazione si sarebbe rivelata più dannosa perché era una manifestazione di cambiamenti strutturali nell’economia.
Questi ultimi ritenevano che l’aumento della domanda di lavoro avrebbe continuato a spingere i salari più in alto, creando una spirale inflazionistica.
Rivendicati dal rapido raffreddamento dell’inflazione, alcuni membri del Team Transitorio ora indossano con orgoglio il distintivo. “L’inflazione che abbiamo visto negli ultimi mesi era in gran parte transitoria, come avevamo previsto”, ha dichiarato Summers in un’intervista.
“La Fed ha fatto bene a non alzare i tassi troppo presto e a lasciare che il mercato del lavoro si riprendesse”. Blanchard ha aggiunto: “La curva di Beveridge non è una legge immutabile, ma un’indicazione di come si comporta il mercato del lavoro in un dato momento.
Non dovremmo basare le nostre politiche su una semplice curva, ma su una comprensione più ampia dei fattori che influenzano l’offerta e la domanda di lavoro”.
Pur riconoscendo che l’inflazione si è moderata, sostengono che il mercato del lavoro non è ancora tornato alla normalità e che ci sono ancora rischi al rialzo per i prezzi.
“La curva di Beveridge ci dice che c’è ancora una discrepanza tra le competenze richieste dai datori di lavoro e quelle offerte dai lavoratori”, ha affermato Waller. “Questo potrebbe portare a una maggiore pressione salariale e a una maggiore inflazione nel lungo periodo”. Figura ha aggiunto: “Non dobbiamo abbassare la guardia. La Fed deve essere pronta a intervenire se l’inflazione dovesse riprendere a salire o se le aspettative di inflazione dovessero aumentare”.
Chi avrà la meglio in questo scontro tra economisti? Solo il tempo lo dirà. Nel frattempo, i lavoratori americani possono godersi i benefici di un mercato del lavoro in ripresa, con più opportunità e salari più alti. Forse, alla fine, sono loro i veri vincitori di questa battaglia di curve.
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